mercoledì 18 settembre 2013

Piccolo alfabeto vietnamita

A come ao dai 
Il vestito tradizionale femminile, si compone di una tunica con colletto a listino e maniche lunghe, molto attillata, lunga a metà stinco e con due spacchi laterali che arrivano fino alle costole, portata su un paio di pantaloni ampi solitamente di colore contrastante. Molto sexy in quanto rivela tutto senza far vedere niente, è adattissimo alle ragazze al di sotto dei 25 anni che sono di solito sottili come giunchi, ma diventa impietoso al primo accenno di rotolini.

   
 


B come bonsai
Io sapevo che si tratta di un'arte giapponese, ma a giudicare da quanti ne abbiamo visti pare che li abbiano inventati loro.

 
 


C come cyclo
Si pronuncia siclò, alla francese, ed è il risciò a pedali. Dopo aver preso coraggio (vedi lettere M e S) e dopo che il Bibixy è sceso a patti con il suo senso di colpa nei confronti del farsi scarrozzare col sudore della fronte di un altro, ci abbiamo fatto un giro anche noi. I vietnamiti comunque lo usano parecchio anche come mezzo di trasporto merci, riuscendo a caricarci sopra la qualunque.

 
 
 


D come dong
Ovvero l'ebbrezza di ritrovarsi milionari. Dato che un euro vale 28.000 dong, cambiandone 50 ti trovi magicamente un milione e quattrocentomila dong nel portafoglio, in comoda cartamoneta plastificata.


F come frangipani
Siccome il tentativo dell'anno scorso non ha attecchito, ci si riprova, che siam più duri delle noci di cocco, noi.


G come griglia
Il commerciante vietnamita crede nella diversificazione dell'attività: lo stesso negozietto che di giorno vende magliette, la sera mette via l'abbigliamento, tira fuori tavolini e sgabelli di plastica in misura da asilo, monta la griglia e ti serve la cena. 

 


H come Ha Long
Secondo la leggenda, gli dei mandarono dei draghi per aiutare i vietnamiti che stavano combattendo contro i cinesi e i draghi sputarono gioielli in questa baia, gioielli che si trasformarono in più di duemila isolotti rocciosi che servirono ai vietnamiti per fermare l'invasione. Ora, a parte che un drago che sputa gioielli se non è troppo ingombrante lo prenderei volentieri anch'io, la baia di Ha Long è una delle sette meraviglie naturali mondiali.
Noi ci abbiamo fatto una minicrociera di due giorni su una barca che pareva la versione miniaturizzata di quella di Assassinio sul Nilo.
Le foto non rendono assolutamente l'idea della magia di questo luogo.

  
 


L come lago Hoan Kiem
Lago nel centro di Hanoi sulle cui rive la popolazione over 60 si tiene in forma facendo strani piegamenti e flessioni da soldato, ballando il tango alle 7 di mattina, insomma una specie di palestra e spazio ricreativo open air.

  


M come motorini
Un esercito. Uno sciame. Peggio delle cavallette bibliche. Spesso con intere famiglie sopra. E il bello è che non si fermano. Mai (vedi voce sotto la lettera S).

  
 


N come noce di cocco
Il nostro rinfresco preferito, una specie di mangiaebevi, anzi, prima bevi (il succo, buonissimo e dissetante) e poi mangia (la polpa, gelatinosa e dolce ma non stucchevole). 




P come pigiamino
Capo di abbigliamento che va forte per il sesso femminile, specialmente per le signore agéé.

  


R come ricetta degli spaghetti alla carbonara
Basta con le incertezze, basta con le discussioni.
Pancetta no guanciale sì, ma l'aglio ci va?, le uova intere o solo i tuorli, tutto pecorino o metà parmigiano, mi' nonna la ripassava in padella, no sei matto va versato l'uovo a filo sulla pasta.
Basta.
La vera ricetta ce l'hanno in un ristorante di Hue e nella mia infinita bontà ve la riporto.




S come strisce pedonali e semafori
Elementi di decorazione urbana che trasformano l'attraversamento della strada in una forma d'arte.


T come Tempio della Letteratura
Prima università del Vietnam, fondata nel 1070 (Bologna, crepa!), contiene fra l'altro una serie di lapidi con i nomi degli alunni più meritevoli nel corso dei secoli e i risultati conseguiti. Praticamente delle pagelle pietrificate.




Z come zampironi
L'equivalente dei ceri delle chiese occidentali. Il fedele versa un'offerta e riempie un bigliettino (presumibilmente con la preghiera o la grazia richiesta) attaccato a una spirale, che viene accesa e appesa al soffitto, dove si consuma piano piano in mezzo a volute di fumo. L'effetto grafico è eccezionale.

 
 



lunedì 2 settembre 2013

Metti una sera a cena

Metti intorno a una tavola, in rigoroso ordine alfabetico, Alice, Antonio, DarioElenaFrancescoGrazia, PaolaRaffaellaStefaniaStefano e la sottoscritta.

Metti un menu che invece di artistico ne ha poco e una conversazione che ne ha niente.

Di sicuro verrà fuori una grande serata.

P.S. E alla fine un bellissimo biondo mi ha baciato in bocca.
Sì vabbè, ha tre anni, e allora?

Disclaimer: gli abbinamenti sono a insindacabile giudizio della tenutaria di questo blog e non saranno accettate proteste alla Johnny Stecchino.
:-)

martedì 2 luglio 2013

A ciascuno il suo

C'è chi dirige quello degli alpini:



Chi dirige(va) quello dell'Antoniano:



Chi quello dell'Armata Rossa:



E chi quello delle papere di Dresda:

   papere


lunedì 27 maggio 2013

27 maggio 1993




Quel fagottino bianco oggi sarebbe una ragazza di vent'anni.
Chissà se nei palazzi del potere qualcuno ci pensa mai.

mercoledì 16 gennaio 2013

La giornata fortunata

Vi è mai successo di svegliarvi la mattina e di pensare "oggi è la mia giornata fortunata"?
Ecco, la Perla stamani si è svegliata con questo pensiero, e siccome era la sua giornata fortunata ha deciso di procedere all'operazione di conferimento della raccolta differenziata negli appositi contenitori.
In parole povere, portare giù e buttare via la carta e la plastica&vetro.

Ora, non so come vi regolate a casa vostra, ma a casaPerla funziona così: l'indifferenziato si butta via con una certa frequenza, anche perché sta sotto il lavello e a lasciarlo lì va a finire che puzza, mentre la carta e la plastica&vetro stanno in terrazza e si buttano via ogni tanto, che tanto non puzzano e non chiedono il pane; il "si butta" va comunque letto come "la Perla butta", perché come sicuramente saprete e se non lo sapete ve lo dico io, è scientificamente provato che l'atto di buttare via la spazzatura è la prima causa di impotenza nei giovani maschi (la seconda è l'atto di mettere piatto, bicchiere e posate in lavastoviglie).

E quindi la Perla, dato che era la sua giornata fortunata, si è caricata di numero tre sacchi di plastica e di numero una sporta di carta, più una bottiglia ex contenitore di varichina e una ex contenitore di bonarda, raccogliendo poi in extremis sull'uscio di casa anche due scatole ex contenitori di pizza, lasciate lì dal giorno prima dal Perlino e dal suo amico, che sugli studi scientifici son sempre aggiornati e non vogliono correre rischi.

Per poter buttare via la carta la Perla ha dovuto posare per terra un sacco di plastica, che si è prontamente reclinato su un fianco seminando buona parte del suo contenuto; dopo averlo pazientemente raccolto sibilando solo qualche accidente, la Perla si è diretta verso la campana della plastica&vetro, consapevole che il meglio aveva da venire.
Le campane risalgono infatti a quando il loro uso era limitato alla raccolta di bottiglie di vetro e perciò hanno dei fori larghi una ventina di centimetri, mentre i sacchi astutamente confezionati dalla Perla hanno sempre il diametro di un cocomero da competizione.
E infatti, mentre la Perla era intenta nella tredicesima fatica di Ercole (sottolineo che, oltretutto, il foro è posto all'altezza della sua testa) e costellava l'operazione con un rosario di maledizioni assortite, è sopraggiunto il suo vicino di casa munito di numero tre bottiglie di vetro che ha lasciato cadere - plin, plin, plin - all'interno della campana e se n'è andato dopo averle lanciato uno sguardo tra lo sconvolto e il compatito.

Però fortunatamente tutto ha una fine e quindi dopo un'ultima spinta e un vaffanculo ben assestato la Perla si è allontanata, lieta per l'incombenza portata a termine, ma mentre apriva il cancello per prendere la bici ha abbassato lo sguardo e si è resa conto che un cartone di quel latte al cacao che il Perlino beve la mattina (e che butta via rigorosamente senza il tappo) le aveva sgocciolato addosso, proprio sul suo vestitino di lana.
Di lana MARRONE.

Ve l'avevo detto, no? che era la sua giornata fortunata.


lunedì 17 dicembre 2012

La delicata ma in fondo banale arte di fare i regali

Il Natale ormai è alle porte e quindi, nella mia infinità bontà, ho deciso di farvi un favore: sto per rivelarvi la Prima Grande Legge dei Regali.
Pronti?

È questa: le persone, GUARDATELE.
Dice, ma è ovvio che le guardo.
Non è vero.
Pensate un attimo a quante volte avete ricevuto regali totalmente scollegati dai vostri gusti, anche da persone che vi frequentano spesso e che dovrebbero conoscervi bene.

Per esempio, se mi metto solo orecchini chandelier o cerchi del diametro di uno hula hoop, perché, di grazia, mi regali un paio di capocchie di spillo? Non pensi che se mi fossero piaciuti gli orecchini piccoli magari me ne avresti visto un paio indosso ogni tanto, eh?
Se invece non porto nessun gioiello, mai, nemmeno la catenina del battesimo, cosa mi regali a fare uno di quei gingilli che si tengono sul comodino e si addobbano di collane&anelli&orecchini quando ci si tolgono di dosso?
Perché, se ho una casa ultramoderna, tutta spigoli, acciaio e vetro, mi regali (pagandola sicuramente uno stonfo) la zuppiera Vecchio Ginori che da quel momento vivrà al buio nel pensile più inaccessibile della mia cucina?
Se l'unica volta che mi hai visto fare una sudata è stato quando avevo l'influenza e ho preso l'aspirina, sarà un'idea felice quella di regalarmi un paio di scarpe da jogging?
(chissà se indovinate quali dei casi appena descritti sono capitati a me)

Sono più che sicura che anche voi avete qualche regalo infelice, fatto o ricevuto (nel secondo caso, sentitevi pure liberi di sputtanare il donatore descriverli nei commenti).
Ecco, allora datemi retta e guardate il destinatario del regalo con attenzione: magari non ci azzeccate lo stesso perché regalate un doppione, ma almeno vorrà dire che eravate sintonizzati sui suoi gusti, invece che sui vostri come spesso succede.
Dai, non è difficile: persino il Perlino, nella scapataggine dei suoi diciassette anni, il Natale scorso mi ha regalato l'ultimo libro di Grisham e non l'opera omnia di Asimov, per dire.


lunedì 10 dicembre 2012

Io quasi quasi gli scrivo

ciclabile


Caro Matteo, visto che a quanto pare ti tocca continuare a fare il sindaco di Firenze, che me la faresti dare una ripitturata alla ciclabile? Mica per altro, ma se si scolorisce un altro po' va a finire che diventa tutto marciapiede e non mi posso nemmeno più azzardare a scampanellare ai pedoni abusivi.
Se poi gli stradini fossero tutti impegnati a tappare le buche non c'è problema, digli che mi lascino un bussolotto di tinta rossa all'imbocco del Ponte Rosso (così non ci si sbaglia) e me la ridipingo io a avanzatempo, dieci metri per volta, basta solo che tu mandi qualcuno alla fine a fare il disegnino delle biciclette, che io artistica non son mai stata.